CAF sotto la lente del fisco per le domande di reddito di cittadinanza inviate a Genova

Furbetti del reddito di cittadinanza, si cercano i fiancheggiatori delle pratiche

Eventuale coinvolgimento dei Caf genovesi, controlli in tutta la Liguria necessari per dare trasparenza alle domande di RdC

“Inchiesta sui presunti ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza e 1500 stranieri smascherati dalla Guardia di Finanza a Genova. Ancora complimenti per l’esito delle indagini avviate dagli investigatori genovesi che hanno portato alla luce un fatto gravissimo e una situazione vergognosa.

Temiamo che possa essere soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno diffuso anche in altre realtà del territorio ligure. È inaccettabile che gli extracomunitari scoperti dai finanzieri abbiano percepito il beneficio, ma è ancora più preoccupante che, come riportato dagli organi di stampa, risultino coinvolti i Caf.

E’ infatti emerso che molti extracomunitari del Centro storico genovese, privi dei requisiti quali la residenza e il soggiorno sul territorio nazionale per dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi, si siano rivolti ai Caf e abbiano potuto presentare ugualmente la domanda.

Inoltre, anziché acquistare beni di prima necessità, i presunti ‘frubetti’ avrebbero monetizzato l’importo della ‘Card’ grazie alla compiacenza di alcuni commercianti del Centro storico genovese.

Auspichiamo che presto i colpevoli siano perseguiti e che questo malaffare sia definitivamente smascherato con ulteriori controlli in tutta la Liguria”.

Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali della Lega Stefano Mai (capogruppo) e Alessio Piana (commissario provinciale Lega – Genova).

L’elemento comune sono i CAF, ovvero le domande sono state presentate in tre CAF situati nel centro storico. Il cui ruolo sarà oggetto di indagine”

Rdc indebito richiesto soprattutto tra i soggetti extracomunitari che hanno domicilio nel centro storico genovese e che per la richiesta del reddito si sono rivolti ai CAF per stranieri della zona.

Gli stranieri beneficiari peraltro, anziché acquistare beni di prima necessità come previsto dalla normativa, “hanno monetizzato l’importo accreditato sulla card emessa dalle Poste, attraverso la compiacenza di alcuni commercianti operanti nel centro storico genovese”, dichiara la Finanza.

Secondo quanto riferito dai media, è infatti emerso che molti tra questi, privi dei requisiti quali la residenza e il soggiorno sul territorio nazionale per dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi, si siano rivolti ai Caf e abbiano potuto presentare ugualmente la domanda.

Inoltre, anziché acquistare beni di prima necessità, avrebbero monetizzato l’importo della ‘Card’ grazie alla compiacenza di alcuni commercianti del Centro storico genovese.

I controlli serrati della Guardia di finanza sui percettori del RdC sono state condotte anche incrociando informazioni tratte dalle numerose banche dati in uso al Corpo, nonché da informazioni raccolte con il supporto della Questura.