Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi oggi a Ventimiglia per il CPR
Polizia di Stato di Ventimiglia e Arma Carabinieri in attesa del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi
A Ventimiglia il centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) ? In attesa del Titolare del Viminale
I temi sono l’emergenza migranti e per un vertice (che si terrà a Ventimiglia o in Prefettura a Imperia) sull’ordine e la sicurezza pubblica e , in questo frangente, l’ipotesi di apertura di un centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) nella città di confine tra Liguria e Francia.
“E’ necessario un confronto con il territorio per trovare soluzioni umanitarie sostenibili per i migranti e per la comunità di lavoratori, lavoratrici e residenti”.
“Da anni la frontiera con la Francia rappresenta un blocco per le migliaia di migranti che ogni giorno transitano sul territorio“.
“Nell’agosto del 2020 è stato chiuso il ‘Campo del Roia‘, l’unico presidio istituzionale di accoglienza e da allora le associazioni di volontariato sono state lasciate sole nella distribuzione di pasti e nell’ospitalità ai migranti, soprattutto a donne e bambini“.
Il sindacato unitario dei lavoratori Cgil-Cisl e Uil chiede un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sottolineano anche i numerosi i casi di minori non accompagnati, spesso respinti dalla Francia e trovati sul nostro territorio nazionale e la condizione di molti migranti costretti a vivere per strada, anche se molti preferiscono rinunciare all’accoglienza, per evitare di essere identificati e poter così espatriare abusivamente in Francia.
“L’idea di un CPR è sbagliata. Una struttura che tratterrà le persone sul territorio (i nostri migranti sono in transito e normalmente, a fatica, attraversano la frontiera). Inoltre sarà punto di attrazione per i migranti indirizzati qui da gli altri territori, andando a peggiorare la situazione“.
Costerà un sacco di soldi e impegnerà risorse di polizia per garantirne il presidio.
Rimpatrierà pochissime persone perché nella maggioranza dei casi mancano gli accordi con i Paesi di partenza (in tutto il 2022 sono meno di 400 le persone rimpatriate).
Se anche dovesse contenere 200/300 migranti questo rappresenta un contributo minuscolo rispetto al numero delle persone in transito.
Infine è un luogo di detenzione inumano: le esperienze ad oggi in Italia vedono la totale promiscuità tra persone di provenienza, sesso e situazioni diverse; anche chi non ha commesso alcun reato può trovarsi vicino a soggetti molto problematici, per non parlare delle situazioni di igiene.
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