grotte balzi rossi graffiti

Il sito archeologico della Preistoria di Balzi Rossi è studiato dal 1800 e conosciuto non solo in Europa.

Un Sito per comprendere la vita degli Antenati

Ogni sito preistorico ha qualcosa da dire e quello cosiddetto dei Balzi Rossi ricava il suo toponimo grazie ad una spiaggia conosciuta anche con il nome di spiaggia delle uova.

Più che di sito occorrerebbe parlare di un museo e un complesso di grotte nelle quali si è indagato con l’occhio dell’archeologia a partire dalla seconda metà dell’800.

I reperti sono di epoca paleolitica e questo sito archeologico si trova (come collocazione geografica) nei pressi della frazione Grimaldi di Ventimiglia, poco distante dal valico di frontiera di Ponte San Ludovico, al confine tra Italia e Francia.

Qualcuno ha detto che i reperti sono “figurini di donna” secondo coloro che hanno collegato invece le figure femminili al culto della Dea il luogo risulta carico di testimonianze in tal senso e parlare di Antenati non è quindi errato.

L’accostamento di alcune statuine reperite nel sito archeologico di Balzi Rossi con altre trovate nel resto del mondo e risalenti sempre al Paleolitico, è stato evidenziato rispetto ai “copricapi” e tali statuine sono state trovate all’interno di sepolture non solo a Balzi Rossi, quindi questo è un sito che certamente evidenzia similitudini con altri delle medesime epoche sparsi per il mondo.

Il Nome del Sito

Il nome del luogo dipende dal colore tipico della roccia meteorizzata, si tratta di un alta falesia che misura all’incirca 100 m costituita da calcare dolomitico pregno di minerali ferrosi.

Le grotte complessivamente sono formate da un diverso numero di cavità e le più rivelanti sono partendo da ovest ed arrivando ad est:

  • la grotta del Conte Costantini
  • la grotta dei Fanciulli
  • la grotta di Florestano
  • il riparo Mochi
  • la grotta del Caviglione
  • la Barma grande, il nome in questo caso è in dialetto locale, infatti barma significa grotta
  • la grotta del Principe

Dal Paleolitico

I primi scavi avvennero ad opera di Emile Rivière nel 1870, e tra le centinaia di reperti rinvenuti ci sono anche resti di animali di differenti epoche, sepolture umane in totale si parla di una ventina di queste, e differenti oggetti fra i quali spiccano appunto le statuette chiamate comunemente Veneri dei Balzi Rossi, l’attributo di Veneri Paleolitiche si è andato via via sempre più affermando nella storia dell’archeologia infatti e ogni luogo ha “finito” per avere la “sua” Venere, o un numero cospicui di Dee secondo altre visioni nell’archeologia stessa (Leggere le analisi di Marija Gimbutas al riguardo).

grotte balzi rossi sepolture

Nel sito sono stati trovati anche ornamenti, utensili in pietra e un’incisione rupestre (Arte Rupestre secondo un differente approccio archeologico anche alla terminologia) che raffigura un cavallo. Successivamente al primo scavo effettuato da Rivière, il sito incuriosì molti, e da allora la sua fama si diffuse.

L’Uomo di Cro-Magnon

Andando ad osservare questo sito che propone una ricchezza “genetica” e non solo davvero rilevante, così come oggetti e statuine di Veneri altrettanto interessanti, si scopre che in alcune sepolture le persone sono tre, disposte l’una accanto alle altre e si evidenziano almeno sette scheletri scoperti riferibili alla presenza dell’Uomo di Cro-Magnon, grande e appunto anche definito come “gigante”.

Oggi l’associazione (ipotetica ancora) con la matriarca viene fatta anche dall’archeologia che un tempo rifiutava totalmente le tesi proposte dalla Gimbutas, attualmente si lascia uno spiraglio aperto all’ipotesi, quel che comunque impressiona di questi siti paleolitici (ma anche di quelli Neolitici) è la traccia che lasciano, sempre molto netta e da analizzare, traccia che probabilmente non dovrebbe più oggi farli considerare come Prima della Storia (Preistoria appunto) ma come: “Altra Probabile Storia”.

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2 thoughts on “Le grotte dei Balzi Rossi a Ventimiglia

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